Come togliere tartaro nero dai denti è una domanda che mi pongono tanti pazienti del mio studio di Ancona: si tratta di una condizione che colpisce moltissime persone e, oltre a causare disagio, può comportare anche allo sviluppo di malattie.
Il tartaro nero è un accumulo di placca contenente batteri che crea delle incrostazioni dure e giallognole sul dente.
Devi sapere che il tartaro non si forma dall’oggi al domani, ma è il risultato di cattive abitudini di igiene orale protratte nel tempo.
Infatti, tutto parte dalla placca, nella quale sono presenti cellule morte e residui di cibo.
Se la placca non viene adeguatamente rimossa, si mineralizza diventando sempre più dura e ancorandosi saldamente ai denti e alle gengive, diventa anche difficile da rimuovere.
In questo articolo ti spiego in cosa consiste il tartaro, soffermandomi soprattutto su quello nero e come fare per rimuoverlo.
Il tartaro è la mineralizzazione della placca
Il tartaro è la mineralizzazione della placca, il materiale che si forma sui denti e che contiene i batteri. I batteri della placca, infatti, secernono enzimi che trasformano gli zuccheri del cibo in acidi.
Gli acidi, a loro volta, dissolvono lo smalto dei denti, che è costituito prevalentemente da composti di calcio, in carbonato di calcio. Questo processo è noto come demineralizzazione.
L’acido prodotto dalla demineralizzazione può causare dolori alle gengive e alla mascella, chiamati carie o cavità dentali. Il tartaro può formarsi anche su corone e otturazioni in porcellana o altri materiali meno resistenti dello smalto naturale.
Il tartaro può essere morbido o duro, a seconda di quanto tempo si è lasciato accumulare in bocca. La forma indurita può essere rimossa solo dal dentista o dall’igienista durante la pulizia professionale. Quella morbida, invece, può essere tolta a casa spazzolando con un dentifricio anti-tartaro e utilizzando il filo interdentale ogni giorno dopo i pasti.
A questa distinzione se ne aggiunge un’altra che riguarda la colorazione; difatti, il tartaro può essere bianco oppure nero.
Tartaro bianco e tartaro nero
Benché in via generale la formazione del tartaro sia quella appena descritta, la sua manifestazione può assumere due colorazioni differenti.
Quella bianca o giallognola è presente soprattutto nelle fasi iniziali e per questa ragione conserva ancora una consistenza morbida. Per questo motivo già solo applicando alcune buone abitudini può essere rimossa, per esempio utilizzando scovolino e filo interdentale.
In questo articolo sul tartaro ho illustrato anche dei rimedi naturali per poterlo prevenire e rimuovere efficacemente.
Per quanto riguarda la “versione” più scura, bisogna precisare che al momento è ancora in fase di studio, in quanto non ci sono complete certezze riguardo alla sua formazione, ma più che altro ipotesi ricavate da ricerche sul tema.
Al momento si può ritenere che la sua formazione dipenda da una placca trascurata per molto tempo, che porta allo sviluppo di gengiviti che a loro volta causano sanguinamento. Il ferro presente nell’emoglobina unito alle molecole prodotte dai batteri, determina la tipica colorazione scura che tende al marrone o nero.
Ad agevolare questo processo cromatico c’è anche l’assunzione di alcune sostanze macchianti, come la caffeina, la teina o il fumo. Per saperne di più su cosa macchia i propri denti, ti invito a leggere questo approfondimento sui cibi che macchiano i denti: alcuni cibi e bevande sono proprio insospettabili!
Ma non è tutto! Alcuni studi hanno persino dimostrato la correlazione fra la composizione della saliva e la formazione del tartaro nero: se il pH è alcalino, quindi più carico di calcio, sodio, fosfati e proteine, si è più predisposti a svilupparlo.
Come togliere il tartaro nero
Avere tartaro nero sui denti è una situazione sgradevole e imbarazzante per il paziente.
Togliere il tartaro nero non è una cosa facile, perché una volta presente i metodi fai da te non basteranno. Ti consiglio di diffidare di rimedi miracolosi fatti in casa, invitandoti a richiedere il parere di un esperto.
L’arma migliore per risolvere questo problema è la prevenzione, prima di tutto applicando delle buone abitudini di igiene orale: lavarsi i denti dopo ogni pasto con lo spazzolino, usare il filo interdentale e lo scovolino per raggiungere le tasche parodontali.
Per quanto si è diligenti in questa prima fase domestica, non si possono raggiungere fisicamente tutti i punti e per questa ragione ci sono parti che accumulano della placca che poi si mineralizza.
Ecco perché è importante recarsi periodicamente dal dentista, non solo per effettuare una pulizia profonda e rimuovere ogni traccia di tartaro, ma anche per controllare la situazione della cavità orale.
Nel caso del tartaro nero l’unica soluzione per rimuoverlo è proprio quella di sottoporsi ad una detartrasi con appositi strumenti, seguita da uno sbiancamento dentale per migliorarne l’estetica.
Purtroppo, non si tratta di una soluzione definitiva perché il tartaro nero ha la tendenza a ricomparire, rendendo ancora più necessario l’intervento periodico del dentista.
Cosa succede se trascuri il tartaro nero
So che sottoporsi ad un’ablazione non piace proprio a tutti: a volte il tartaro è così esteso da rendere dolorosa la procedura di rimozione, poiché bisogna intervenire andando in profondità allo scopo di eliminare ogni incrostazione.
Se soffri di questo problema, ti consiglio di non rimandare ulteriormente: il tartaro nero può essere pericoloso e causare diverse patologie, oltre che provocarti un alito cattivo capace di farti sentire a disagio.
La prima conseguenza a cui potresti andare incontro è proprio la gengivite, ovvero l’infiammazione delle gengive, che per questa ragione si presenteranno rosse, gonfie e dolenti, persino con sanguinamento durante il lavaggio.
Già in questo frangente la situazione può precipitare facilmente, perché sentendo dolore avrai la tendenza a spazzolare in maniera approssimativa, aumentando l’accumulo di ulteriore placca che causerà altra infiammazione.
Una situazione diversa, ma spesso confusa, è la parodontite che non riguarda più solo le gengive, ma tutta la struttura che sostiene il dente. Difatti, arrivati a questo punto il tartaro è sceso sotto la linea gengivale e le sostanze tossiche attaccano tutti i tessuti danneggiandoli.
Non è un caso che quando si soffre di parodontite, i denti inizino a dondolare, fino a perderli completamente nei casi peggiori.
In questo articolo trovi i campanelli d’allarme per capire se soffri di gengivite. Come vedrai dalla lettura, affronto meglio entrambe le problematiche, parlandoti delle principali differenze fra la gengivite e la parodontite.
Non rimandare la pulizia dentale!
Come ho già accennato, di fronte ad una situazione compromessa si può avere paura a sottoporsi ad una detartrasi per togliere il tartaro nero, dato che implicherebbe una pulizia approfondita che tocca anche le gengive.
Ecco un paio di consigli per ridurre al minimo il dolore:
- Prima di recarti dal dentista per la pulizia, lava accuratamente i denti con uno spazzolino a setole morbide (eccone uno valido su Amazon). Utilizza il filo interdentale (questo è uno dei miei preferiti) o gli scovolini per rimuovere la placca residua intorno al bordo gengivale. In questo modo sarà più facile per noi rimuovere il tartaro durante le procedure di detartrasi e lucidatura.
- Se necessario, assumi un antidolorifico da banco come l’ibuprofene un’ora prima dell’appuntamento, per dargli il tempo di fare effetto ed entrare in circolo. In questo modo sentirai meno male e non dovrai preoccuparti.
Ti ricordo che il modo migliore per combattere il tartaro nero sui denti è la prevenzione, con pulizie periodiche e corrette abitudini domestiche, sia alimentari che di pulizia.
A volte non si pensa a quanto possa essere grave la situazione, perché si tendono a trascurare i primi campanelli di allarme, rischiando di andare incontro a conseguenze ben peggiori, che richiederebbero interventi più drastici di risoluzione.
È il caso della mia paziente Luisa che ha rischiato letteralmente di perdere i denti a causa di una situazione gravemente compromessa.