Il tartaro nei denti consiste nella placca mineralizzata, ovvero si sviluppa come conseguenza di una placca non rimossa e trascurata;
- è composto per il 70-80% da sali inorganici,
- di cui il 40% circa è costituito da calcio,
- il 20% da fosforo ed il resto da sodio, manganese, carbonato e fluoruro.
Il deposito di tartarto appare di consistenza dura e di colore giallo-marrone.
Più nello specifico, il colore può variare dal giallo-biancastro delle concrezioni calcaree situate lungo il margine gengivale, al marrone scuro derivato dall’utilizzo di tabacco e dai pigmenti del cibo, fino ad arrivare al nero del tartaro sottogengivale che aderisce in modo tenace alla superficie del dente.
Il colore nero del tartaro dipende dall’ossidazione del ferro di cui è composta l’emoglobina del sangue che asperge e si ferma su questi depositi a causa ad esempio di una gengivite.
La tabella di seguito riassume brevemente le differenze tra i vari tipi di tartaro
Caratteristica | Tartaro Nero | Tartaro Marrone | Tartaro Biancastro |
Colore | Nero o scuro | Marrone o giallastro | Bianco o grigiastro |
Cause Principali | Deposito prolungato di placca, fumo, consumo di cibi e bevande scure (caffè, tè, vino rosso) | Accumulo di placca, consumo di caffè, tè, tabacco | Accumulo di placca non trattato, cattiva igiene orale |
Localizzazione Comune | Gengive e denti posteriori | Superficie dei denti, in particolare vicino alle gengive | Superficie dei denti, soprattutto nei punti difficili da raggiungere con lo spazzolino |
Difficoltà di Rimozione | Molto difficile, richiede intervento professionale | Difficile, richiede pulizia professionale | Moderatamente difficile, può richiedere strumenti specifici |
Implicazioni sulla Salute | Può causare gravi problemi gengivali e alito cattivo | Favorisce l’infiammazione gengivale | Può portare a carie e problemi gengivali se non trattato |
Come si può curare il tartaro nei denti?
Più nello specifico, probabilmente ti stai chiedendo
– “cos’è il tartaro”,
– “come prevenirlo”
– “come rimuoverlo”!
Scopri subito, attraverso questo articolo se soffri di gengivite, in questo articolo invece puoi vedere come togliere il tartaro nero dai denti.
Il tartaro viene a formarsi in particolare nelle zone della bocca che sono più difficili da pulire, ovvero nelle tasche e nel solco gengivale e dietro agli incisivi.
Come è facile immaginare, la rimozione del tartaro non può essere effettuata domiciliarmente, con un semplice spazzolamento dei denti, ma implica il ricorso ad una pulizia professionale effettuata da un dentista con l’ausilio di strumenti ad ultrasuoni.
È possibile distinguere due tipi principali di depositi di tartaro:
- i depositi sulla superficie esterna dei denti;
- i depositi che albergano all’interno della gengiva e delle tasche parodontali.
In alcuni soggetti sono sufficienti appena 15 giorni per formare un tartaro ben calcificato, ma per le prime concrezioni immature bastano anche meno giorni.
Gli effetti negativi sono innumerevoli; il tartaro, fra l’altro, concorre alla formazione della carie e, in seguito e qualora non rimosso, di parodontopatie anche gravi.
La difesa migliore, come sempre quando si tratta di questioni legate alla salute del cavo orale, è la prevenzione.
Bisogna innanzitutto evitare che il tartaro si formi rimuovendo i residui di placca e lavandosi accuratamente i denti dopo ogni pasto.
In particolare, andrebbero pulite accuratamente le zone prossime allo sbocco delle ghiandole salivari, sulla superficie vestibolare dei molari superiori (ghiandola parotide) e sulla superficie linguale degli incisivi inferiori (ghiandole sottomandibolare e sottolinguale).
L’igiene personale, tuttavia, non basta; anche perché esistono vari fattori che possono concorrere alla formazione del tartaro e che implicano regolari sedute di detartrasi effettuate presso uno studio dentistico.
Ad esempio, in presenza di denti storti, non ben allineati o affollati, la pulizia risulta senza dubbio ostica e non completamente efficace. In tale caso, si rende necessario correggere il difetto o quanto meno ricorrere ad un trattamento di ablazione del tartaro.
Il tartaro dentale rappresenta un’insidia comune che minaccia sia la salute orale che l’estetica del sorriso. Originato da un accumulo di placca batterica non opportunamente rimossa durante la normale igiene quotidiana, si manifesta attraverso depositi duri e di colore giallastro sui denti. Le conseguenze di questa condizione spaziano da infiammazioni e sanguinamento gengivale, a carie, alitosi, arrivando, nei casi più severi, a parodontite e perdita dei denti.
Mantenere una igiene orale meticolosa è cruciale per prevenire e eliminare il tartaro. Questo include spazzolamento dei denti almeno due volte al giorno, l’uso del filo interdentale e del collutorio, oltre alla visita periodica presso il proprio dentista o igienista dentale. In questo articolo, ti forniremo una panoramica approfondita sul tartaro dentale, spiegando le sue cause, le strategie preventive e i trattamenti più efficaci per combatterlo.
Cos’è il tartaro dentale e come si forma
Che cos’è il Tartaro?
Il tartaro dentale, noto anche come calcolo dentale, è un accumulo duro e giallastro che si sviluppa sui denti a seguito di una non adeguata rimozione della placca batterica attraverso la pulizia quotidiana.
La placca batterica è composta da un sottile e appiccicoso strato di batteri e residui alimentari che si formano sui denti dopo aver mangiato.
Senza una corretta igiene tramite spazzolino, filo interdentale e collutorio, la placca si mescola con i sali minerali nella saliva e si indurisce, evolvendo in tartaro.
Differenze tra Tartaro e Placca
La placca è una pellicola appiccicosa e incolore che si forma costantemente sui denti a causa di batteri, residui di cibo e saliva. È morbida e può essere rimossa facilmente con lo spazzolino e il filo interdentale.
Il tartaro, invece, è la placca che non viene rimossa e si indurisce nel tempo, diventando una sostanza dura e calcificata che si attacca ai denti. Il tartaro può essere giallastro, marrone o nero e richiede l’intervento di un dentista per essere eliminato.
Cause del Tartaro
Una igiene orale insufficiente e un’alimentazione ricca di zuccheri e carboidrati sono le cause principali della formazione del tartaro.
Fattori aggiuntivi includono il fumo, l’uso di tabacco, il consumo eccessivo di alcol, il diabete, la secchezza della bocca, l’utilizzo di apparecchi ortodontici, protesi o impianti, oltre ad alcuni elementi individuali quali la composizione chimica della saliva, il pH del cavo orale e la struttura dei denti.
Il tartaro si accumula principalmente intorno al bordo delle gengive, luogo più propenso alla formazione di placca. A volte, può formarsi un particolare tipo di deposito denominato tartaro nero, che è una manifestazione piuttosto allarmante di scarsa igiene orale.
È possibile notare anche una macchia nera nel dente vicino alla gengiva, che è generalmente un indizio che si sta formando del tartaro e che potrebbero insorgere conseguenti problemi dentali. La colorazione del tartaro può variare dal bianco al giallo, e dal marrone al nero, a seconda della sua composizione.
Prevenire la formazione del Tartaro
Come si previene il Tartaro
La prevenzione rappresenta il metodo più affidabile per combattere il tartaro e i relativi disturbi.
Per tenere il tartaro a bada, basta adottare alcune regole fondamentali legate all’igiene orale e all’alimentazione.
Ecco le indicazioni principali:
- Spazzola i denti per almeno due minuti, due volte al giorno, idealmente dopo ogni pasto. Usa uno spazzolino di qualità e un dentifricio al fluoro, assicurandoti di raggiungere tutte le superfici dei denti, sia interne che esterne.
- Impiega il filo interdentale quotidianamente per eliminare i residui di cibo e la placca nelle zone che lo spazzolino non può pulire. Inserisci il filo delicatamente e muovilo su e giù senza danneggiare le gengive.
- Adotta l’uso del collutorio una volta al giorno per finire in bellezza la tua routine di pulizia dentale ed avere un alito sempre fresco. Scegli il collutorio in base alle tue esigenze e usalo seguendo le istruzioni del produttore.
- Riduci il consumo di zuccheri e carboidrati raffinati, i quali fomentano la proliferazione dei batteri che causano placca e tartaro. Preferisci invece cibi ricchi di fibre, vitamine e minerali, utili per la salute delle gengive e per stimolare la produzione di saliva, un naturale difensore dello smalto dentale.
- Evita il fumo di tabacco: non solo macchia i denti e genera alitosi, ma accresce anche il rischio di problemi gengivali e, di conseguenza, la formazione di tartaro.
- Effettua una visita professionale dal dentista o dall’igienista dentale per lo meno ogni sei mesi, al fine di sottoporsi a pulizie professionali e controlli, necessari per mantenere i denti e le gengive in salute. Ricorda che solo i professionisti sono in grado di rimuovere il tartaro già formato attraverso strumenti specifici.
Adottando questi semplici ma efficaci suggerimenti, sarai in grado di prevenire la comparsa del tartaro e conservare un sorriso splendente e in salute.
Come rimuovere il tartaro a casa
Lo scovolino è uno strumento spesso trascurato o sottovalutato, ma è indispensabile per una cura orale completa e corretta.
Sebbene molte persone si affidino solo allo spazzolino e al filo interdentale, lo scovolino gioca un ruolo cruciale nella pulizia degli spazi interdentali, raggiungendo aree che gli altri strumenti non riescono a trattare efficacemente.
Questo piccolo strumento è particolarmente utile per rimuovere placca e residui di cibo tra i denti, prevenendo così l’accumulo di tartaro e l’infiammazione gengivale. Integrare l’uso dello scovolino nella routine quotidiana di igiene orale può contribuire significativamente a mantenere denti e gengive sani, riducendo il rischio di carie e malattie parodontali.
In queste immagini, che puoi approfondire all’interno del sito GUM, puoi vedere le istruzioni di come passare lo scovolino per prevenire la formazione di tartaro.
Un’altra attività consigliata dalla Dottoressa Anna Ascoli di Ancona, è il passaggio del filo interdentale (leggi la storia di Nicola)
Eliminare il tartaro già formato
Pulizia Dentale
Se il tartaro è già presente sui denti, non potrà essere eliminato mediante i soliti metodi di igiene orale. L’unica strategia efficace è sottoporsi a una pulizia dentale professionale, nota anche come detartrasi o ablazione del tartaro. Questo procedimento, effettuato da dentisti o igienisti dentali, prevede l’uso di strumenti specifici per rimuovere il tartaro sia dai denti che dalle gengive. Esistono principalmente due metodi di pulizia: lo scaler e il laser.
Lo scaler, uno strumento metallico a forma di gancio, rimuove meccanicamente il tartaro dalla superficie dei denti. Può essere sia manuale che elettrico, con vibrazioni ad ultrasuoni che agevolano la rimozione del tartaro. Il laser, dall’altro lato, utilizza un fascio di luce ad alta intensità per vaporizzare il tartaro, senza causare danni ai denti. Risulta essere più veloce, praticamente indolore, e contribuisce a ridurre il sanguinamento e il rischio di infezioni.
Nel video seguente, realizzato dalla Società Italiana di Parodontologia e Implantologia, vedi come si può rimuovere il tartaro durante una igiene orale.