Il colore dei denti dipende da diversi fattori tra cui l’età, la dieta, la pulizia e gli stili di vita, come ad esempio il fumo.
Ci sono tuttavia anche fattori “congeniti” o endogeni, come difetti nello sviluppo del dente, che ne determinano un ingiallimento, o comunque una pigmentazione cosiddetta intrinseca.
Possiamo quindi catalogare le decolorazioni dei denti in 2 tipi:
- intrinseche
- estrinseche.
Il sorriso, come sapete, è il nostro biglietto da visita: influenza inevitabilmente la prima impressione che gli altri si fanno su di noi, per cui avere denti bianchi e luminosi migliora non solo il nostro aspetto, ma soprattutto la nostra autostima.
Esistono due metodi principali per effettuare lo sbiancamento dei denti: quello domiciliare e quello professionale.
Entrambi sfruttano l’azione ossidante di perossido di idrogeno e perossido di carbammide, quello che differenzia i due trattamenti è principalmente la concentrazione di perossidi utilizzata e la sede in cui viene effettuato lo sbiancamento.
L’azione ossidante è il processo per cui le molecole di ossigeno, liberate dai due agenti menzionati sopra, si legano alle particelle di sporco presenti nei denti interessati, e le “staccano” dalla superficie del dente.
Gli agenti sbiancanti menzionati sopra penetrano nello smalto dentale, per raggiungere le molecole responsabili dell’ingiallimento; queste molecole vengono poi decomposte dai radicali liberi di ossigeno rilasciati dall’agente sbiancante e viene quindi eliminata la macchia.