I denti del giudizio sono gli ultimi delle arcate, per questo vengono chiamati anche terzi molari o ottavi. Sono quattro, uno su ciascun lato, sopra e sotto, e solitamente si sviluppano in età adulta (da qui il nome), anche se non è detto che escano tutti, poiché la loro posizione può variare da un individuo all’altro e può essere confermata da un esame radiologico.
Spesso si sente parlare della loro estrazione, un argomento che costituisce tutt’ora oggetto di dibattito da parte dei dentisti, che valutano se sia sempre necessaria. Per quanto mi riguarda, cerco sempre di preservare la loro presenza, sempre se occupano una posizione corretta e favorevole alla masticazione e il tessuto gengivale risulta ben formato.
Tuttavia, è molto frequente che i denti del giudizio abbiano difficoltà a fuoriuscire, soprattutto se manca loro lo spazio o sono storti. Oppure, nonostante siano usciti, possono causare infiammazioni nella gengiva o carie ai molari vicini.
Per tutti questi rischi, l’estrazione viene consigliata in età adolescenziale, previa verifica del posizionamento tramite orto-panoramica presso lo studio dentistico di Ancona (contattami per un consulto gratuito al 3338812177).
Ma in quali casi l’estrazione dei denti del giudizio risulta inevitabile? Ecco un breve excursus.
- Nel caso in cui nell’arcata non sia presente uno spazio sufficiente per il loro sviluppo: in questo caso si interviene con l’estrazione a sviluppo parziale o quando sono completamente inclusi, per far sì che l’intervento sia meno traumatico.
- I terzi molari si sviluppano assumendo posizioni scorrette, presentandosi storti, come nel caso dell’inclusione. Se si presentano con la corona rivolta verso il dente adiacente, potrebbero spingere su di esso fino a provocarne la perdita. A tal proposito, consigliamo l’articolo Inclusione: quando il dente del giudizio è “storto”.
- Lo sviluppo degli ottavi non avviene in maniera ottimale, lasciando la corona sotto ad un lembo gengivale che aumenta l’accumulo di batteri che, a sua volta, causa la formazione di infiammazioni e carie, capaci di coinvolgere anche il dente adiacente. Per maggiori dettagli, consultare l’articolo La pericoronite nel dente del giudizio.
- Possono essere responsabili della presenza di tasche parodontali (sacche che si creano tra la gengiva e la superficie interna del dente) che influiscono sul riassorbimento dell’osso.
- La loro presenza può essere ritenuta la causa di patologie odontoiatriche, come per esempio un ascesso dentale, per il quale l’otturazione e la devitalizzazione (la distruzione e rimozione della polpa del dente) sono ritenute superflue nel caso dei denti del giudizio. Per saperne di più, ti invitiamo a leggere l’articolo Ascesso e dolore nei denti del giudizio.
- Gli ottavi possono causare un mal di denti cronico, dovuto alla spinta che esercitano sui denti vicini.
- Il dente del giudizio risulta rotto o scheggiato.
- Si possono ritenere responsabili di affollamento dentale. La loro presenza potrebbe persino interferire con la masticazione.
Per poter stabilire la necessità di intervento a volte la panoramica non basta e si deve ricorrere anche alla TC dentale: un esame che permette di visionare le strutture adiacenti al dente del giudizio in maniera tridimensionale.
Durante l’estrazione si può decidere se procedere rimuovendo un solo dente per volta, la coppia o direttamente tutti gli ottavi. Nell’ultimo caso si utilizza solitamente l’anestesia generale o la sedazione del paziente (prevista anche nel caso in cui mostri una paura patologica al dolore e/o nei confronti del dentista), altrimenti si interviene tramite anestesia locale. In tutta onestà devo dire che non mi è mai capitato di rimuovere tutti e 4 i denti del giudizio assieme, proprio perché nascono in momenti diversi e anche il post-operatorio è più facilmente gestibile.
Bisogna tener presente che l’intervento presenta delle differenze in base alla posizione del terzo molare, influendo anche nella ripresa post-operatoria del paziente, che a seconda del caso, sarà più o meno lunga. Per quanto riguarda l’arcata superiore, infatti, le estrazioni risultano di solito più semplici e generalmente si utilizza l’anestesia plessica: viene applicata tramite iniezione diretta nei pressi del sito, dove l’osso risulta più poroso e capace di assorbire meglio l’anestetico.
Intervenire nell’arcata inferiore, invece, è più complesso. In primis, l’anestesia locale potrebbe essere applicata direttamente sul tessuto nervoso, in quanto l’osso mandibolare risulta più compatto. Inoltre, se i denti sono ancora incorporati nella mandibola, si possono ridurre in più pezzi per facilitarne l’estrazione. In aggiunta, possono essere applicati dei punti di sutura per limitarne il sanguinamento.
In ogni caso, prima di poter intervenire, è necessario aver eseguito una corretta igiene del cavo orale, che prevede anche l’utilizzo di collutori disinfettanti specifici, al fine di ridurre l’insorgere di infezioni batteriche. Il dentista potrebbe, eventualmente, prescrivere degli antibiotici per la profilassi, quindi, da assumere prima dell’intervento.
Per conoscere il posizionamento dei tuoi denti del giudizio, ti consiglio di prendere appuntamento presso il tuo dentista di fiducia e, se sei di Ancona, puoi contattare me al 3338812177.